
La Festa internazionale del tartufo di Millesimo spegne 30 candeline
Per tre giorni il tartufo sarà protagonista a Millesimo con incontri, convegni, stand, dimostrazioni di cerca del tartufo, diventata patrimonio immateriale dell’umanità dell’Unesco,e vendita del prezioso prodotto della terra.
La Festa internazionale del tartufo della Val Bormida a Millesimo spegne 30 candeline. Al via il 30 settembre la XXX edizione della Festa Internazionale del tartufo di Millesimo, organizzata dal Comune di Millesimo e l’associazione “Tartufai e Tartuficoltori Liguri”, che durerà fino al 2 ottobre.
Dal 1993, quando l’allora Comunità Montana Alta Valle Bormida organizzò la 1° edizione della Festa, Millesimo è entrata a far parte dell’esclusiva cerchia delle Città del Tartufo e il suo è diventato il primo evento a calendario in Italia a celebrare il pregiato fungo ipogeo. I boschi della Valle Bormida sono ricchi di querce, salici, tigli e pioppi: l’habitat perfetto per la crescita di tutte e sette le differenti varietà di tartufo. Un appuntamento che negli anni è diventato un vero e proprio “rito” per appassionati, intenditori e palati raffinati e ancor più importante da quando la “Cerca e cavatura del tartufo in Italia, conoscenze e pratiche tradizionali” è stata riconosciuta universalmente come “Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità dell’Unesco”.
La “Festa nazionale Tartufo della Val Bormida” è un’importante occasione per l’intera filiera produttiva del territorio tramite cui promuovere e valorizzare l’identità locale, non solo attraverso l’organizzazione di iniziative legate al tema del Tartufo, ma alla riscoperta delle risorse produttive, della località e del contesto in cui si inserisce l’evento. Non a caso anche quest’anno in Festa saranno presenti gli stand che proporranno i prodotti De.Co. della Val Bormida.
Il suggestivo borgo medievale, incastonato tra le colline dell’entroterra savonese, ospiterà in piazza Italia il Palatartufo con il relativo Mercato, la tartufaia all’aperto e il mercato agroalimentare, mentre i restanti appuntamenti saranno distribuiti in modo diffuso per le diverse piazze del paese. La 30° “Festa nazionale tartufo della Val Bormida” inizia nella mattinata di venerdì 30 settembre con l’apertura del Mercato del Tartufo e dell’Agroalimentare, a cui nel corso della tre giorni si susseguiranno una girandola di eventi dalla “Notte in bianco del tartufaio” alla gara di ricerca al tartufo, dal convegno tematico alle mostre, dagli spettacoli ai concerti, alle proiezioni di film. Per tutte e tre le giornate i ristoranti del borgo, la Pro loco e gli stand delle De. Co. della Valle proporranno menù degustazione e a tema. Tra i convegni in programma Domenica 2 ottobre, alle ore 10.00, presso il Centro polifunzionale di piazza Pertini, si terrà il convegno “Il tartufo sostenibile. I servizi ecosistemici” con esperti del settore. “Tutti conoscono i tartufi come prodotti del sottobosco di altissimo pregio, dalle ottime qualità organolettiche e dai costi spesso proibitivi a seconda delle stagioni. Negli ultimi decenni, proprio a causa del loro valore, l’interesse per questo prezioso prodotto è in crescente ascesa, il mercato è in costante espansione, così come la domanda per le diverse specie – spiegano i docenti dell’Università di Genova Mirca Zotti e Simone DI Piazza -. Questo interesse, a sua volta, ha causato un aumento della cerca e della raccolta esercitando non poca pressione sui siti naturali a scapito della produttività stessa e dell’integrità degli ecosistemi. Per le specie coltivabili, come ad esempio Tuber melanosporum Vittad. e T. aestivum Vittad., questo problema è in parte risolto grazie alla coltivazione in aree vocate, che mitiga così la pressione sui siti naturali. Discorso differente per Tuber magnatum Pico in assoluto il più pregiato, dall’elevato valore economico (nel 2022 circa 6.000 euro al chilo), non ancora razionalmente coltivabile e la cui smodata ricerca sottopone a dura prova la conservazione dei siti naturali produttivi. Negli ultimi 15 anni l’Associazione Tartufai e Tartuficoltori Liguri (ATTL), il Laboratorio di Micologia del Dipartimento di Scienze dell’Ambiente della Terra e della Vita (DISTAV) dell’Università degli Studi di Genova, la Regione Liguria e altri enti locali hanno lavorato con l’obbiettivo di tentare di tutelare tale risorsa attraverso la mappatura e la salvaguardia delle aree tradizionali di raccolta”.

