Reportage

In difesa del pane

Il deputato Pd, Giuseppe Romanini, ha presentato alcuni giorni fa una proposta di legge che fa maggiore chiarezza sulla vendita di pane precotto o surgelato e si propone di difendere le produzioni di qualità. Obiettivo della proposta di legge, con sanzioni severe per chi non rispetta la norma, è anche migliorare l’informazione al consumatore, mettendolo nelle condizioni di sapere se quello che sta acquistando un prodotto fresco presso un panificio tradizionale oppure un prodotto che è stato solo cotto nel punto vendita.ciabatta-284345_640
Si tratta di una sorta di «Testo unico» sulla produzione di pane che andrà ad incidere su un mercato che vale [highlight color=”yellow”]7 miliardi di euro di fatturato[/highlight] e con circa [highlight color=”orange”]400mila addetti[/highlight] e, in particolare, nella proposta di legge n. 3265 «Disposizioni in materia di produzione e vendita» si definisce pane «il prodotto ottenuto dalla cottura totale o parziale di una pasta convenientemente lievitata, preparata con sfarinati di grano, acqua e lievito, con o senza aggiunta di cloruro di sodio o sale comune».
La proposta di legge vieta anche l’utilizzo di denominazioni che possono essere fuorvianti per il consumatore come «pane di giornata», «pane appena sfornato» e simili. Il pane ottenuto da cottura parziale, quando destinato al consumatore finale, deve essere in imballaggi singolarmente pre-confezionati,riportare sull’etichetta «in modo evidente» tutte le indicazioni di legge e l’avviso che il prodotto deve essere consumato previa ulteriore cottura, indicando tutte le modalità. Vengono poi riviste le norme sui panifici e specificato che la denominazione di «forno di qualità» la denominazione di «pane fresco tradizionale di alta qualità»

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