
Educare il gusto senza errori
Paolo Crepet, insigne psichiatra e scrittore, è stato intervistato da The Fridge Foundation nel suo resort La Corte della Maestà a Civita di Bagnoregio, un’acropoli di tufo lontano dal rumore.
Tra Orvieto e Viterbo, Corte della Maestà è un’antica residenza che sorge in una suggestiva valle, raggiungibile solo a piedi attraverso un ponte. Qui Paolo Crepet ama ritirarsi e godere anche di un rapporto più intenso e vero con la natura, riempire il suo frigorifero e la sua dispensa con i doni tipici del luogo, olio in particolare, ma anche patate, castagne, aglio e cipolle…
Vorremmo analizzare con lei il rapporto complesso tra adolescenti e il cibo…
Un argomento che mi affascina molto il cibo, trovo sia tutto, magia, scoperta, ma non sostentamento.
Il cibo può diventare uno strumento di ricatto verso i genitori e causa di conflitto?
Certo, il cibo può diventare uno strumento di ricatto in alcuni casi; questo è un periodo della vita caratterizzato dalla comparsa di importanti cambiamenti a livello fisico, psichico e sociale. L’evoluzione psicologica e comportamentale dell’adolescente che lo spinge verso un bisogno di indipendenza, può coinvolgere anche i suoi comportamenti alimentari: trascinato da infatuazioni e mode può andare incontro a disordini alimentari che non devono essere trascurati. Educare il gusto senza errori.
Le regole imposte dai genitori nell’alimentazione e nello stare a tavola sono necessarie durante l’adolescenza?
In generale, penso che le regole siano sempre importanti e costituiscano una parte essenziale della condivisione del tempo che gli adolescenti passano con i propri genitori. Naturale è la loro contestazione, il mettere in discussione i valori degli adulti.
Il cibo diventa strumento di affermazione, di emancipazione e libertà?
Si, il cibo è anche scoperta, fa parte di un viaggio di ricerca del sé; non esclusivamente per gli adolescenti, in generale vale per tutti.
Quale evoluzione o involuzione alimentare subisce l’adolescente?
Il nostro rapporto con il cibo si evolve costantemente durante la nostra intera esistenza; adesso viaggiamo, sperimentiamo, frequentiamo locali etnici per cui possediamo fin dall’infanzia una cultura gastronomica nettamente superiore a qualche generazione fa. Gli adolescenti sono molto vulnerabili, vengono bombardati da messaggi estetici derivanti da una società complessa in cui i termini di riferimento si modificano velocemente.
Emergono segnali di eventuali patologie o attitudini analizzando i comportamenti alimentari in questo periodo?
Certo, a volte sono i genitori ossessivi che possono trasmettere le proprie ansie attraverso il cibo, il troppo o il troppo poco, il grasso e il magro e così generare problemi che esploderanno nel tempo. Questo lo ritengo uno dei delitti di oggi. Il cibo invece è cultura, meraviglia, incantesimo…
Si possono identificare delle regole d’oro da seguire?
Per me il cibo è solo cultura; come alimentazione o sostentamento, non mi interessa. Sono molto curioso e il cibo è l’espressione più completa del luogo che mi ospita, un modo interessante per comprendere la gente, parte integrante del viaggio e della scoperta.

