Reportage

Primavera, il risveglio delle api

«IN QUESTI RACCONTI SCRIVO DI LUOGHI PAESANI, DI AMBIENTI NATURALI ANCORA VIVIBILI, DI QUEI MERAVIGLIOSI INSETTI SOCIALI CHE SONO LE API». COSÌ SCRIVEVA MARIO RIGONI STERN NELL’INTRODUZIONE DEL SUO LIBRO «UOMINI, BOSCHI E API» RACCONTANDO, TRA LE MERAVIGLIE DELLA NATURA, QUELLA DELLE API.

Roccavignale, in provincia di Savona, non è l’altopiano di Asiago di Mario Rigoni Stern, ma anche qui «quei meravigliosi insetti sociali che sono le api» di Roberto Mangino, apicoltore del «Il Piumo», lavorano e producono un miele naturale e che rispecchia i profumi e le essenze del territorio, caratterizzato da quegli «ambienti naturali ancora vivibili», come scriveva Rigoni Stern, che nulla hanno da invidiare a quelli raccontati dallo scrittore. In questi giorni, dopo il lungo inverno passato a proteggere dal freddo e nutrire l’ape regina, le api si stanno risvegliando. I giorni tiepidi di questo inizio di primavera le hanno viste già intente ad uscire dall’alveare per cercare i primi fiori che iniziano a sbocciare. Il Piumo ha 16 casette di api, poste in differenti località di Roccavignale, per ricavare il miele di diverse fioriture. Di castagno, tipico di queste zone, di ciliegio o il miele primaverile con le fioriture della stagione. L’attività del Piumo nasce nel 2018, con poche casette e una produzione di circa quattro quintali che piace e viene venduta velocemente. Un successo che spinge Mangino a potenziare la produzione con altre api che in questa stagione stanno riprendendo l’attività dopo l’inverno. Ogni casetta ha un mielario dove ci sono dei telaietti in legno contenenti fogli di cera dove le api fanno le loro cellette per depositarvi il miele. Mangino ricava questi fogli dalla cera delle proprie api, di sicura provenienza. Infatti la cera, essendo un alimento naturale tende ad assorbire eventuali particelle inquinate o impurità e l’utilizzo di quella prodotta dai propri insetti, ai quali non vengono somministrati antibiotici o sostanze chimiche rimane più pura.

Gli apicoltori del miele Il Piumo controllano il lavoro delle api.

Una volta che ci sarà la piena fioritura e le api riprenderanno il loro lavoro. Il miele nasce da un processo naturale, dal nettare dei fiori raccolto dalle api «bottinatrici» e nella «borsa melaria» che si trova nel loro addome e al cui interno inizia la prima fase di trasformazione. Giunta all’alveare, la bottinatrice consegna il nettare raccolto ad altre api, e dopo varie elaborazioni, il futuro miele viene deposto nelle apposite cellette. Qui le api attraverso la ventilazione, fanno evaporare l’acqua contenuta al suo interno, fino a raggiungere un livello di umidità del 17-18% circa. Poi  opercolare le celle, ovvero chiudono le celle con uno strato di cera a protezione del miele contenuto (opercolatura). Se alcuni api operaie cercano il nettare, le api bottinatrici sistemano il miele sulle pareti delle celle per favorire l’evaporazione dell’acqua, aiutate dalle api ventilatrici che assicurano il ricambio d’aria- Una volta che il miele ha raggiunto l’umidità idonea (tra i 17 e i 18 gradi) le celle vengono chiuse dalle api con un «tappo» di cera per mantenerne le caratteristiche, detto «opercolo».

Quando i melari sono pieni di miele c’è l’estrazione. La prima operazione che viene fatta quando si portano i melari in laboratorio è chiamata disopercolatura e consiste nel togliere lo strato di cera con cui le api chiudono e sigillano i favi. Per questa operazione viene usato il disopercolatore, uno specifico macchinario per togliere la cera che riveste il favo. Dopo questa operazione c’è quella della smielatura: i favi disopercolati vengono messi in  cilindri rotanti che, grazie alla sola forza centrifuga, estraggono il miele. Il miele artigianale è un prodotto che non ha bisogno di un trattamento termico o chimico. Il miele non ha bisogno di alcun intervento chimico o di tipo termico. Viene solo filtrato e messo contenitori di acciaio dove riposa e si purifica tramite decantazione per affioramento. La decantazione farà emergere in superficie le bolle d’aria che si sono create durante la smielatura e salgono tutte le impurità. Il miele, più pesante, si deposita invece sul fondo. A questo punto non resta altro da fare che mettere nei vasetti il miele, ormai maturo e libero da tutte le impurità. In tutto il processo la materia prima non si interviene mai sulla materia prima né chimicamente, né termicamente, ma si procede dall’arnia al contenitore finale attraverso soli processi meccanici e di filtrazione. «Ciò che rende speciale la nostra produzione – spiega Roberto Mangino – è, oltre al territorio, la lavorazione sempre rispettosa del prodotto in modo da mantenere inalterati tutti i profumi e gli aromi. Il nostro Miele viene estratto da favi per centrifugazione, viene fatto riposare in maturatori di acciaio Inox per far sì che rilasci l’aria inglobata durante la centrifugazione, quindi viene confezionato ed etichettato. La totale assenza di un vero e proprio processo di trasformazione rende il nostro miele un prodotto assolutamente naturale e genuino». Il miele Il Piumo viene venduto in negozi al dettaglio di maggiori centri della Val Bormida, come Millesimo, Carcare. Roberto Mangino produce anche cera naturale destinata a vari usi.