Prodotti tipici

Chiacchiere o bugie, tanti nomi per il dolce di Carnevale

Chiacchiere, bugie, frappe, frappole, cenci, stracci, crostoli. Sono alcuni dei tanti nomi di questo dolce tipico di Carnevale e conosciuto in tutta Italia
La loro tradizione risalirebbe a quella delle “frictilia”, i dolci fritti nel grasso che nell’antica Roma venivano preparati proprio durante il periodo del calendario romano che corrisponde a Carnevale, nel periodo dei Saturnali. Durante questo periodo ricco di banchetti e feste popolari, dove i canoni sociali venivano ribaltati, le “frictilia” distribuiti alla folla frale strade della città erano un simbolo di festa e di eccesso tipico dei Saturnalia. Risale ai tempi dell’antica Roma a quei tempi la prima ricetta delle bugie, riportata da Apicio, nel suo “De re coquin aria”, dove descrive le: “frittelle a base di uova e farina di farro tagliate a bocconcini, fritte nello strutto e poi tuffate nel miele”.
Oggi la ricetta è leggermente cambiata e le bugie possono essere non solo, lisce ma anche ripiene di marmellata, crema o nutella. L’impasto è semplice a base di farina (500 grammi), zucchero (80 grammi), un bacello di vaniglia, burro (50 grammi) lievito per dolci, tre uova. Alcuni aggiungono il Marsala, del vino bianco, il vin Santo o la grappa, a seconda delle varie tradizioni regionali dalle usanze regionali. Una volta le chiacchiere di Carnevale venivano fritte nello strutto: oggi il grasso animale è stato, nella maggior parte dei casi, sostituito dall’olio di semi e le bolle che si formano durante la cottura non sono un fatto negativo ma segno che la pasta è stata tirata bene. Si può anche decidere per la cottura al forno ma il risultato non sarà lo stesso della frittura.

Ricetta base delle bugie: farina (500 grammi), zucchero (80 grammi), un bacello di vaniglia, burro (50 grammi) lievito per dolci, tre uova (eventuale aggiunta di liquore in base ai gusti). Fare frigge in abbondante olio di semi e alla fine spolverare con zucchero a velo.