
La pizza napoletana patrimonio Unesco
Dopo 8 anni di negoziati internazionali, a Jeju, in Corea del Sud, arriva il voto unanime del Comitato di governo dell’Unesco che riconosce: «L’arte del pizzaiolo napoletano è patrimonio culturale dell’Umanità Unesco».
Per l’Unesco, si legge nella decisione finale, «il know-how culinario legato alla produzione della pizza, che comprende gesti, canzoni, espressioni visuali, gergo locale, capacità di maneggiare l’impasto della pizza, esibirsi e condividere è un indiscutibile patrimonio culturale. I pizzaioli e i loro ospiti si impegnano in un rito sociale, il cui bancone e il forno fungono da “palcoscenico” durante il processo di produzione della pizza. Ciò si verifica in un’atmosfera conviviale che comporta scambi costanti con gli ospiti. Partendo dai quartieri poveri di Napoli, la tradizione culinaria si è profondamente radicata nella vita quotidiana della comunità. Per molti giovani praticanti, diventare Pizzaiolo rappresenta anche un modo per evitare la marginalità sociale».
Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali aveva iniziato a redigere il dossier di candidatura nel 2009 con il supporto delle Associazioni dei pizzaioli e della Regione Campania.

