
Nuovo studio sulle carni rosse: dannose per la salute
Si torna a parlare di carni rosse e dei possibili danni alla salute. Gli epidemiologi dei National Cancer Institute di Bethesda hanno analizzato i dati di una grande indagine di popolazione chiamata NIH-AARP (da American Association of Retired Persons, l’associazione dei pensionati) Diet and Health Study, condotta in sei stati e due grandi aree metropolitane degli Stati Uniti per 16 anni su oltre 536.000 americani adulti (età: tra i 50 e i 71 anni), e conclusasi alle fine del 2016. Da questo imponente studio è emerso che i decessi salgono per ogni aumento di carni rosse e lavorate consumate.
Gli studiosi hanno valutato quanti grammi, su mille calorie, erano in media di carne, suddividendo i possibili consumi in 5 fasce (da 1 a 5 grammi su mille appunto). E poi hanno contato i decessi, e visto così, sempre, un aumento lineare via via che la carne cresceva. Per esempio, per quanto riguarda i tumori, se nel gruppo di persone che ne mangiavano un grammo ogni mille calorie i decessi erano stati 7.869, negli altri gruppi erano stati 8.510 (per due grammi), poi 9.228 (per 3 grammi), 9.858 (per 4 grammi) e 10.275 (per 5 grammi). Le cause sembrano da attribuire al ferro eme, tipico della carne rossa, e dei nitriti e nitrati, per gli insaccati. Ma ci sarebbero anche altri fattori quali i carcinogeni che si formano nella cottura, alcuni additivi, i contaminanti nei cibi dati agli animali e il fatto che se si mangia più carne, si consumano meno vegetali freschi. Lo studio rivela invece notizie più ostivive relative alle carni bianche. Più si consumano carni bianche e non lavorate e pesce, tanto più l’aumento di rischio si assottiglia fino a scomparire: per i consumatori costanti di carni bianche, la diminuzione del rischio rispetto a chi mangia le stesse quantità, ma di carni rosse, è del 25%.

