
Kamut. Cereale o marchio registrato ?
Da alcuni anni è entrata a far parte dell’alimentazione, soprattutto di tipo biologico, la farina kamut, o più precisamente detto grano Khorasan. Si tratta di un cereale che appartiene alla famiglia delle graminacee, precisamente alla specie del grano duro (Triticum turgidum). Come precisato prima, questo tipo di grano viene spesso inserito nell’alimentazione da parte di chi si affida ai “cibi biologici”, questo perché cresce molto bene senza un particolare utilizzo di fertilizzanti o pesticidi e attualmente viene coltivato biologicamente in parecchie aree sparse nel mondo.
Ma che cosa è il kamut? Insieme alla diffusione di questo cereale, abbiamo assistito anche alla nascita di una sorta di equivoco sul termine “Kamut”, il quale in realtà non identifica un certo tipo di cereale, ma semplicemente un marchio registrato, da parte della società americana Kamut International. La parola kamut è però entrata nella terminologia corrente, dove viene utilizzata per indicare un cereale e di conseguenza una tipo di farina e tutti i preparati che con questa si possono ottenere (pasta di kamut, panedi kamut, biscotti ecc).
Il grano khorasan può essere coltivato liberamente, ma solo il consorzio di agricoltori che fa capo all’azienda americana, proprietaria del marchio registrato Kamut®, può usare tale denominazione; infatti il grano khorasan a marchio Kamut® può essere coltivato in maniera biologica solamente in alcune grandi pianure semi aride degli Stati Uniti e del Canada. Anche in Italia viene prodotto il grano khorasan, precisamente le regioni che ne producono la maggior quantità sono Puglia, Basilicata e Toscana ma ovviamente non può essere venduto con il nome di kamut.
La particolarità di questo cereale è che appartiene ad una varietà che non è mai stata ibridata né incrociata, non ha quindi mai subito le selezioni tipiche del grano moderno che ha partecipato alla “rivoluzione verde” per diventare più resistente alle aggressioni esterne. Il kamut, o meglio il grano khorasan, è un cereale ad alto livello energetico, ricco di magnesio selenio zinco e vitamina E, risulta essere più digeribile rispetto ad altre qualità di grano in quanto contiene un glutine più destrutturato ma, proprio perchè contiene glutine, non può essere consumato da persone affette da celiachia. Secondo un’antica tradizione c’è chi chiama questa varietà il “grano del faraone” perché si racconta che i suoi semi siano stati ritrovati intorno alla metà del secolo scorso in una tomba egizia ed inviati nel Montana, dove dopo migliaia di anni sono stati “risvegliati” e moltiplicati; oggi invece il kamut viene studiato per le sue proprietà benefiche sulle malattie infiammatorie croniche intestinali e sulla riduzione dei rischi cardiovascolari, anche se nella comunità scientifica i pareri non sono per niente unanimi.
Dott.ssa Francesca Argellati, Biologa Nutrizionista
www.francescaargellati.it

