
Da magazzino a koiné d’arte
Nell’immaginario della città, Frigoriferi Milanesi è il luogo dove si conservava la pelliccia della nonna durante la stagione estiva. Oggi è una realtà che ha riconvertito la propria attività adattandosi alle nuove tendenze culturali.
Nel 1899 nasce Frigoriferi Milanesi, una fabbrica del ghiaccio e magazzini refrigeranti che risponde all’esigenza della popolazione ancora lontana da quotidiane comodità cittadine. Qui si conservano le derrate alimentari dei milanesi fino all’avvento degli elettrodomestici e, attraverso lo scalo ferroviario di Porta Vittoria, gli alimenti freschi vengono spediti su carri ferroviari refrigerati in tutta Italia.
I Frigoriferi Milanesi hanno più volte riconvertito la propria attività adattandosi alle esigenze dei tempi.
Con l’arrivo del boom economico, hanno custodito tappeti, oggetti preziosi e soprattutto pellicce, arrivando a conservarne oltre 40 mila l’anno; un servizio oggi meno richiesto, ma ancora attivo, con possibilità di riparazione e modifica dei capi.
Dal 2003 i Frigoriferi Milanesi ospitano Open Care – Servizi per l’arte, la prima realtà europea a integrare tutte le attività necessarie alla gestione, conservazione e valorizzazione delle opere d’arte, dai caveau alla logistica.
Dalla conservazione (attraverso laboratori specializzati nel restauro di dipinti e opere polimateriche, antichi strumenti scientifici e analisi scientifiche e altro ancora) alla consulenza per stime, perizie, archiviazione e compravendita di opere d’arte. è inoltre attivo un programma di residenze per artisti gestito dall’associazione FARE che promuove la mobilità dei giovani operatori dell’arte, mettendo a disposizione un alloggio, alcuni atelier e un servizio di tutoring.
“Nel 2010, nasce l’esigenza di convertire gli ampi spazi, creando un luogo di incontro e di scambio dedicato all’arte e alla cultura – racconta Gabriella Cabassi, di Frigoriferi Milanesi – e lo spazio diventa presto sede di varie realtà che, con caratteristiche diverse, operano a favore dell’arte e della cultura tra cui la casa editrice Marcos y Marcos, l’archivio del fotografo Ugo Mulas, Greenpeace, l’Associazione per Filippo de Pisis, le scuole di psicoterapia Philo e Nous, Slow Food Italia…”.
Dopo l’importante intervento di ristrutturazione seguita dallo studio genovese 5+1AA, i Frigoriferi Milanesi acquistano un aspetto moderno e funzionale per le nuove esigenze pur conservando la storia e l’anima di edificio di fine Ottocento. All’interno dello storico complesso industriale trova spazio anche il Palazzo del Ghiaccio.
L’edificio in stile Liberty, nato nel 1923 come la più grande pista ghiaccio coperta d’Europa e chiuso nel 2002, oggi è uno spazio polifunzionale utilizzato per cene di gala, eventi corporate, convention e concerti. Tra gli appuntamenti segnaliamo “WRITERS #0. Gli scrittori (si) raccontano”, due giorni di incontri e racconti con autori emergenti o affermati avvenuto a novembre. Dalla Cucina dei Frigoriferi Milanesi, dove autori hanno proposto un loro menù, videoproiezioni e letture nella Sala Carroponte, dove il gancio del carroponte di un tempo per il trasporto dei blocchi di ghiaccio è rimasto testimone storico; musica e bistrot nel Cubo, dove una volta c’erano i motori che ghiacciavano l’acqua e una lunga Galleria di volumi della libreria Utopia, negli ex magazzini del ghiaccio. “Sentivamo l’esigenza – conclude Gabriella Cabassi – che Milano, al pari di Torino o Mantova, avesse una proposta culturale legata alla letteratura; l’evento verrà sicuramente replicato il prossimo anno coinvolgendo anche un pubblico junior”.

